L’università

La Tsinghua University di Pechino, considerata la migliore università cinese per le materie tecniche e scientifiche; un’università d’elite, che sta formando i futuri quadri dirigenti del paese (spero di stargli simpatico e che si ricordino di me quando conquisteranno l’Italia, anche se a questi ritmi succederà prima che questi si laureino).

Il campus appare subito piuttosto carino, con un ingresso importante, guardie che controllano gli accessi e bei palazzi lungo il viale principale. Addentrandosi un po’ per le varie strade si arriva presto al sempre prestigioso dipartimento di Ingegneria e Scienze Ambientali, che, a segno tangibile di tanto prestigio, da fuori sembra proprio un bel cesso… e meno male che entrando invece…è molto peggio. Fa venire in mente una qualche vecchissima scuola elementare di piccolo comune della provincia italiana, diroccata e un po’ sporca, con uffici relativamente grandi, in cui però sono stipate minimo 6 persone con a disposizione un metro quadrato a testa, spesso divise l’una dall’altra da paraventi di cartone o simili. La foto allegata dovrebbe rendere l’idea.

Uno dei veri picchi di eccellenza sono i bagni, in diretta concorrenza con quelli dei nostri peggiori autogrill, dopo il passaggio di un’orda di tifosi inferociti per aver perso la partita della vita contro una rivale storica. Perfino io che, modestamente, cago dovunque ho avuto un sussulto la prima volta che sono entrato, e la seconda, e la terza… Così oggi sono uscito ed ho usufruito di un KFC 🙂

Meno male che l’ospitalità è quella delle grandi occasioni. Sono sempre tutti gentilissimi e fin dal primo giorno mi hanno aiutato nelle fastidiose pratiche di registrazione. La segretaria mi ha perfino accompagnato di persona all’ufficio studenti dall’estero…e meno male perché in ufficio (ribadisco, quello che tratta gli studenti dall’estero) non parlavano inglese.
La stessa segretaria mi ha anche gentilmente accolto e ospitato nel suo studio (sembra niente, ma ospitate voi qualcuno in un metro quadrato) mentre aspettavo dei documenti e mi ha offerto, come già avevano fatto altri, il classico bel bicchierone di acqua calda; non tè, che sapete bene che qui costa uno sproposito, ma proprio acqua calda, con giusto il sapore della plastica che la contiene (beh, in un certo senso lo si può considerare tè alla plastica/carta)… una specialità locale molto diffusa che incomprensibilmente i ristoranti cinesi in Italia non offrono.
Oggi finalmente, dopo essermi dovuto registrare per l’ingresso, poi fare la tessera per la mensa, poi fare la tessera per internet e rinunciando a malincuore alla tessera per la biblioteca (cavolo, chissà come mai non c’è la tessera per il bagno e l’acqua calda…), ho visto il bell’ufficio che mi hanno messo a disposizione. Mi dovevo aspettare una cosa del genere; i cinesi sono furbi e non avrebbero mai voluto sfigurare nel confronto con l’ufficio che noi mettiamo a disposizione loro, provvisto di ogni accessorio più foresta di ficus, acquario con studenti del master, puttane e champagne. E quindi….voilà:

 

Sani 🙂