Bangkok

Bangkok… con l’accento sulla a, come mi sono fatto spiegare in loco.

Quattro giorni in un posto così lontano, diverso e affascinante, sono davvero pochi per poterci capire qualcosa. Se a questo si aggiunge che ho perso parecchio tempo a causa del viaggio di andata (4 ore di ritardo dell’aereo, viaggio scomodissimo durante la notte e conseguente stanchezza) e dell’immancabile malessere intestinale dovuto alla (in)cosciente decisione di mangiare qualsiasi cibo mi venisse offerto lungo le strade, è facile capire che io, della Thailandia e di Bangkok non ho visto praticamente niente. Non mi riferisco alle attrazioni turistiche (che ho visto e molto apprezzato), ma alla città nel suo senso più profondo.

Mi rimane, comunque, la possibilità di raccontare alcune delle cose che più hanno lasciato traccia nella mia mente.

  1. Il viaggio in taxi dall’aeroporto, tra le 5 e le 6 di mattina, a velocità paurosa (nel vero senso della parola, cioè nel senso che ero terrorizzato) attraverso le strade semi-deserte di una città che si sveglia, pronta a ricreare un caos che nemmeno a Pechino. In questa atmosfera, forse non molto diversa da altre città a quell’ora, ogni angolo, ogni piazza e ogni via era animata da piccole figure arancioni… i monaci buddisti, scalzi e rasati, avvolti nelle loro tuniche colorate, intenti a raccogliere ovunque le offerte alimentari della popolazione. Una nota di colore e di religiosità allo stesso tempo, piuttosto emozionante, specie dopo aver girato per i templi cinesi che di spirituale comunicano (almeno a me) ben poco.
  2. La via dove ho dormito…una specie di paradiso del giovane viaggiatore, quello zaino in spalla che risparmia e si diverte andando ad ostelli. Una via tutto compreso, con bar e ristoranti aperti ad ogni ora, lavanderie e internet point, bancarelle con in vendita di tutto (cd e cibo, bevande e magliette, yogurt e gioielli, frutta e libri usati…), sartorie dove farsi cucire abiti su misura in giornata e negozi di lettori mp3. Una via completamente riempita dal profumo dei fiori, della frutta e dei tanti cibi cucinati lungo la strada. 24 ore su 24 di giovani in movimento, provenienti da tutto il mondo (beh, quella parte di mondo che si può permettere un viaggio così), i più fortunati in viaggio per 8 mesi e gli sfigati in viaggio per 4 giorni (doh!).
  3. Il succo d’arancia più buono che avessi mai bevuto e lo squisito cibo thai cucinato lungo la strada… spettacolo puro, oltre che un concreto aiuto al mantenimento della mia panciona.
  4. I taxi, più economici che a Pechino, ma anche più difficili da trovare e con tassisti spesso scortesi e poco onesti. E i tuc-tuc, specie evoluta di risciò a motore, capaci di offrire allo stesso prezzo del taxi (a patto di contrattare opportunamente) il trasporto e anche l’emozione di sentirsi vivi rischiando la morte ad ogni incrocio.
  5. La possibilità di parlare in inglese con la gente (non tutta, ovviamente) e di sapere qualcosa della loro vita. Un piccolo ma emozionante passo avanti rispetto alla Cina, dove la lingua crea una barriera davvero difficile da superare.
  6. Il buddismo, la religione più diffusa (circa il 95% della popolazione), che si respira ovunque. Dalla popolazione che all’alba offre cibo ai monaci allo stile delle decorazioni in giro per la città, dal brulicare di puntini arancioni (i monaci) un po’ dovunque alle statuine nei taxi, dal museo nazionale (un esposizione di arte a dir poco Buddha-centrica) al posto riservato ai monaci sui battelli… per finire ovviamente ai templi, veri luoghi di preghiera, da rispettare con abbigliamento e comportamenti adeguati, circondati dagli immancabili monaci arancioni e dal profumo di fiori e incenso.

Conclusione? Un posto magnifico da visitare. Affascinante e straordinariamente godibile, sia per quanto offre, sia per i prezzi che permettono davvero di approfittare dell’offerta.

La conferma di quanto già credevo, cioè che la Thailandia (ma tutta quella penisola in generale) sia la destinazione del viaggio dei miei sogni… 3, ma meglio 4 o 5, mesi vagando per tutta quella zona, dalle spiagge coi coralli, ai piccoli villaggi dell’entroterra, attraverso Thailandia, Cambogia, Laos etc… Spero proprio di riuscirci un giorno, anche se di questo passo, con quello che (non) guadagno…

Le foto al più presto, appena le sistemo.

Sani

3 commenti su “Bangkok”

  1. che bello!ma queste doti da narratore da dove ti giungono?e vissero felici e contenti……. 🙂

  2. doti di narratore…
    devo prenderlo come un complimento o una presa in giro?!?

    PS: chi visse felice e contento?

I commenti sono chiusi.