La retata

Una delle caratteristiche del vivere in Cina, per un occidentale, è quella per cui lo straniero si sente, quasi sempre, nella condizione di poter fare qualunque cosa. Questa sensazione deriva dalle favorevoli condizioni economiche (dannato Euro a parte, la stragrande maggioranza degli stranieri qui ha stipendi largamente superiori alla media della città e del paese), dalle enormi possibilità che la Cina offre (affari, svaghi, divertimenti…) e, non ultimo, dalla tendenza che i cinesi hanno, nei confronti dell’occidentale, a lasciar fare.

Questa condizione ha degli evidenti lati positivi, tra tutti quello di poter realizzare desideri, anche bizzarri, che uno non potrebbe realizzare in patria. Il lato negativo principale è sicuramente quello che per alcuni diventa difficile tenere i piedi per terra, come forse sarebbe opportuno. Non è raro, infatti, incontrare occidentali con atteggiamenti da padroni del mondo, volgari e maleducati, carichi di disprezzo nei confronti di un paese e un popolo che, invece, rappresentano per loro la più grande delle fortune (un po’ come il veneziano che insulta il turista, tanto per far capire agli amici lagunari).

Pur non appartenendo a quest’ultima, insopportabile, categoria, non posso negare il fatto che anch’io godo, di tanto in tanto, dei vantaggi di cui sopra.

Tutta questa premessa, però, serve più che altro a far capire la sorpresa vissuta qualche settimana fa a Shanghai (cavolo, come sono rimasto indietro con i post…), quando una tranquilla serata in un piccolissimo locale fuori mano (dove ero arrivato per sentire un amico suonare) è stata interrotta dall’intervento della polizia. Si parla di un paese in cui la polizia è molto presente, così come il controllo sulla popolazione, ma di solito queste cose agli occidentali non capitano.

Comunque, ero seduto su un divanetto con dei colleghi, quando sbuca dal piccolo portoncino un poliziotto, dall’aria piuttosto confusa e dall’andatura più simile a quella di un ubriaco che a quella di un fiero appartenente alle forze dell’ordine. Lo “stile” del poliziotto, insieme alla sorpresa per l’evento inatteso, non ha garantito all’intervento particolare efficacia… anzi, nessuno gli ha badato e il suo tentativo di sgomberare il locale è finito nel nulla.

Qualche minuto dopo, quando ormai in molti avevano rimosso l’evento (grazie anche a qualche bevanda di troppo), il paladino della giustizia ha fatto ritorno questa volta aiutato da alcuni colleghi. Ancora una volta la maggior parte dei presenti ha ignorato la cosa… in fondo non poteva essere vero!

E invece era proprio vero… così ci siamo ritrovati fuori dal locale (non tutti per la verità) a discutere della stranezza di quanto era successo, dei modi comunque gentili degli agenti, e di cosa potesse aver provocato un intervento che non aveva precedenti nelle nostre, pur limitate, esperienze di vita cinese.

Alla fine, memore del trattamento riservato nelle carceri cinesi a Jack Bauer, ho pensato fosse meglio andar via ed essere sicuri di evitare problemi, eppure qualcosa, come una vocina, continuava a dirmi che la situazione troppo seria non potesse essere. Mah, forse era qualcosa legato ai potenti mezzi messi in campo dai tutori dell’ordine…

6 commenti su “La retata”

  1. doppia mamma Sara

    e anche stavolta ti è andata bene!
    Siamo passati da tua mamma: grazie!!!

  2. beh…non avevo fatto nulla di male!
    e sarei comunque potuto fuggire a piedi senza neanche dover correre 🙂

  3. ciao igorino!!!
    come promesso, sono qui sul tuo sito! spero che davvero vada tutto bene; sono contenta che tu abbia trovato la big Cina migliorata e più accogliente (certo, escluso questo stravagante ultimo episodio da “sesto giorno”…)!! ora che ti ho finalmente ritrovato verrò spesso a salutarti e a bearmi coi tuoi fantastici aggiornamenti, pieni di spirito e attente osservazioni!!
    un bacione 😀
    zai jian!

  4. Ciao Igor, che bello hai ripreso il blog!
    Attendo comunque la pubblicazione del libro al termine della tua esperienza in Cina. Ciao!
    Giulia

  5. bè dai….almeno questa bici ha i pedali viste le varie esperienze di Elisa nell’acquisto bici! e poi pensandoci, vista la tua mole e quella del poliziotto, nel peggiore dei casi potevi portarlo fuori in braccio….ma che locali frequenti??

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