Be water
Ogni giorno, nei miei due lunghi tragitti da casa al lavoro e ritorno, sono costretto ad affrontare l’orrore del traffico pechinese.
La strada che faccio non è delle peggiori, da questo punto di vista, perché la situazione è quasi sempre scorrevole, ma non mi esime dall’incontrare sul mio percorso tutte le follie che caratterizzano questa popolazione sulla strada e che io, inutile negarlo, ho in parte fatto mie.
Seguo la metafora ideata da un amico per descrivere la situazione “liquida” del traffico pechinese, così:
“Be water, my friend” (sii acqua, amico mio), diceva Bruce Lee per invitare le persone a non rimanere bloccate, ad adattarsi e ad evolversi. Il traffico qui ha imparato la lezione troppo bene e così gli incroci sembrano due fiumi che si incontrano, con i flussi da entrambe le direzioni che si fondono e si intrecciano senza una regola prevedibile e con macchine, biciclette e pedoni che, letteralmente, si sfiorano.
Unica regola, non aspettarsi che gli altri seguano le regole. Anche se è rosso, qualcuno passerà. Anche se non si può girare, qualcuno lo farà. Anche se è una pista ciclabile, un camion potrebbe affrontarla contromano (sembra un’esagerazione, ma è tratto da una storia vera…).
In Italia, dove alla guida siamo ben più animali di così, ci sarebbero milioni di morti ogni giorno. Qui invece gli incidenti non sono così tanti come ci si potrebbe immaginare guardando le strade perché, per fortuna, la velocità media è molto bassa. Non mi è mai capitato di vedere un incidente serio (ad altri amici sì però…forse sono fortunato io), ma solo “appoggi” o “toccatine” tra due mezzi, perlopiù senza conseguenze.
La strada rimane comunque in balia di una ampia gamma di comportamenti a dir poco sconsiderati…buoni per il prossimo post.
Ciao 🙂








