Storie

Expo

Cerco, finalmente, di raccontare un po’ delle cose fatte e viste finora, cominciando dalla più grossa, almeno sulla carta: la visita alla grande esposizione internazionale di Shanghai, l’Expo 2010.

Mi tocca però dire che non ho capito benissimo (non subito almeno) il senso della manifestazione e non mi posso dire entusiasta di averla visitata…

Per cominciare, clima caldissimo e umidissimo, come quasi sempre a Shanghai d’estate. Poi una montagna di gente in fila di fronte a tutti i padiglioni, con punte di 3 o 4 ore di coda per quelli più importanti, per esempio paesi europei o USA. Fortunatamente sono entrato con un pass della comunità europea che mi ha permesso di spacciarmi per VIP e di evitare la coda quasi ovunque (gesto infame, lo so e me ne vergogno!).

Nei padiglioni, infine, molte foto, video e poche cose da vedere: statue e quadri nei padiglioni dei paesi rinomati per l’arte, qualche oggetto tecnologico, qualche piccolo spettacolino. Nella sostanza però non molto…o almeno non molto che valesse le ore di coda che in teoria mi sarei dovuto sobbarcare.

In molti padiglioni, anche di paesi importanti, le cose da vedere erano talmente poche che, diverse volte, mi sono chiesto se non fosse banalmente meglio investire in un sito internet ben fatto che potesse presentare le stesse cose, e molto altro, ad un costo largamente inferiore.

Solo tardi nella giornata ho realizzato che, molto semplicemente, la manifestazione non era indirizzata a me. Io ho la fortuna di aver viaggiato e visto molto e di poterlo fare, si spera, in futuro. Ho fatto di persona, tanto per fare un esempio, foto sulle spiagge di Cuba e non sento quindi l’esigenza di fare una foto a me stesso davanti a una foto di una spiaggia cubana…

Lo stesso però non vale per i cinesi, per molti dei quali la visita all’Expo rappresenta, probabilmente, il viaggio più affascinante di tutta una vita, capace di regalare loro la possibilità di sfiorare, nell’arco di poche sudate ore, zone del mondo che non vedranno mai di persona. Un po’ come vedere il parco dell’Italia in miniatura molti anni fa, per chi ancora non poteva viaggiare davvero (la fortunata metafora non è opera mia, ma di un amico con cui ho discusso qualche tempo dopo la visita).

Se l’Expo in sé non mi ha esaltato, vedere l’entusiasmo dei cinesi, in compenso, è stato meraviglioso… Facce felici, risate, foto a volontà… Bellissimo!

Tra le scene più simpatiche, le file di cinesi in coda per farsi timbrare il finto passaporto ricevuto all’ingresso, a testimonianza dei padiglioni (e quindi delle nazioni) che sono riusciti a visitare. Qui in foto la ripresa della scena in non so quale “nazione”:

Meglio ancora la gioia della ragazzina cinese che si è allontanata urlando e chiamando le amiche dopo essere riuscita a farsi firmare il passaporto da un VIP italiano (un tale Igor…) nel padiglione italiano… Commovente!

Infine una nota sul padiglione italiano. I giudizi tra la gente che conosco non sono unanimi, ma in generale positivi… A me sembra sinceramente che il padiglione sia abbastanza indovinato. Bello in alcune aree e, soprattutto, molto adatto al pubblico cinese a cui piace vedere o poter toccare direttamente le cose…

Il padiglione esibisce le grandi eccellenze italiane. La Ferrari, la Vespa, la moda, la musica, la cucina (pasta e olio) e l’arte (qualche quadro non eccelso e qualche modellino architettonico). Da italiano, se da un lato è straordinario che l’Italia si sia mantenuta al top in alcuni settori e che la Ferrari, insieme alla Vespa e alla Fiat 500, siano ancora modelli di design vincenti, dall’altro l’impressione è che non si sia prodotto molto di nuovo, visto che le stesse identiche cose sarebbero state (e nel caso della Vespa e della 500 credo lo siano state davvero) esibite 40 anni fa.

La vera perla del padiglione è però l’onestà con cui abbiamo esibito un’altra delle nostre eccellenze, quella di raccontare balle come pochi sanno fare… Nel padiglione trova infatti posto, insieme ai modellini architettonici di chiese e palazzi, il ponte sullo stretto di Messina!

Un bel modellino del ponte e anche un bel video della sua realizzazione! Il fatto che il ponte non sia stato realizzato, che non sia sicuro che lo sarà, che non siano ancora stati fatti tutti gli studi tecnici e geosismici necessari, che non esista un effettivo progetto esecutivo non sono stati evidentemente ritenuti motivi validi per non inserirlo tra le opere esistenti in Italia. Il video della costruzione (ovviamente solo una riproduzione al computer) è solo la chicca finale di questa brillante idea di presentare una cosa simile proprio in un paese come la Cina dove, se mai decidessero di fare un’opera del genere (fanno in realtà molto di più), la finirebbero in 2 anni o poco più. Va beh…..

Qui di seguito le foto del ponte, forse le uniche che mai vedremo…per le altre, ci sto lavorando ma la mancanza di connessione non aiuta.

A presto!

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Che acqua volete?

Uno dei motivi per cui molti occidentali impazziscono rapidamente in Cina è che ci si scontra quotidianamente con un certo grado di follia (o almeno sembra follia ai nostri occhi). Io personalmente mi diverto un sacco, ma tanti accusano, dopo un certo periodo, una insopportabile stanchezza (speriamo quindi che questo mio divertirmi non sia solo una fase…visto che devo star qui due anni).

Il seguente dialogo è avvenuto tra la mia commensale cinese (quindi non è colpa della mia scarsa padronanza della lingua) e la cameriera in un ristorante sempre pieno di gente (nemmeno l’inesperienza nella gestione può quindi essere ritenuta un alibi):
Noi: Da bere, acqua.
Cameriera: Che acqua?
Noi: Che acqua avete?
Cameriera: Sprite, Coca Cola, acqua.
Noi: Acqua.
Cameriera: OK.

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Maledetto pendolarismo

Le difficoltà nel cercare casa mi trattengono ancora, e non si sa fino a quando, nella parte est della città. L’università, ahimè, non si vuole spostare e rimane ad ovest…
Sono così costretto a continuare con questa orrenda vita da pendolare che ogni settimana mi sottrae molte, preziosissime ore.
Ho cercato di ingegnarmi, ma le due soluzioni trovate finora non si sono rivelate efficienti come speravo…

Altre idee??

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Il cercar casa

Cercare casa a Pechino può essere un’esperienza frustrante…a dir poco.
Le agenzie ascoltano quello che chiedo ma sembra non siano in grado di collegare le mie richieste con quello che hanno da offrire e, quando anche hanno per le mani qualche appartamento che farebbe al caso mio, sembra che non abbiano la preoccupazione di concludere l’affare, ma che siano interessati solo a cercare di fregarmi… Ho parlato volutamente al singolare per evitare di generalizzare troppo, ma la sensazione è condivisa dalla maggior parte della gente che conosco.
Il tutto risulta ancora più assurdo quando si pensa al fatto che l’agenzia viene pagata, anche qui come in Italia, ad affare concluso ed avrebbe quindi tutto l’interesse a chiudere la questione prima e meglio possibile. Per ogni tentativo di fregatura andato male, invece, perdono il cliente e sono i primi a rimetterci, eppure…eppure la situazione non cambia e finisce così che a Pechino i prezzi degli affitti rimangono alti, ed anzi aumentano significativamente, nonostante ci siano tantissimi appartamenti (oltre l’80% di quelli del palazzo qui di fronte, ad esempio) che rimangono sfitti.

Quello che è capitato a me, però, va ben oltre il “normale” affanno del cercare casa a Pechino.
Un pomeriggio, decido di partire alla ricerca. Chiedo il gentile aiuto di un’amica cinese che, tenera, vive nell’università e non ha mai cercato casa in vita sua. Partiamo, carichi di ottimismo, da una piccola agenzia cui non avevo ancora fatto visita e subito ci dicono di avere l’appartamento che fa per me: appena fuori dall’università, in ottime condizioni e in un edificio abbastanza recente.
Ben conscio di come vadano di solito le cose, non mi fido minimamente!

Seguiamo comunque l’agente e arriviamo di fronte alla porta dell’appartamento, in un edificio davvero vicino all’università e che, in effetti, promette bene… Davanti alla porta, come spesso succede, ci fermiamo ed aspettiamo mentre l’agente fa una telefonata al proprietario. Gli agenti cinesi, infatti, spesso non hanno le chiavi degli appartamenti che trattano. Passa qualche minuto senza che nulla succeda e a quel punto l’agente fa una seconda chiamata, verosimilmente finta, da cui esce dicendo che c’è qualche problema per visitare quell’appartamento (per cui siamo andati fin lì), ma ce n’è un altro nello stesso edificio che possiamo vedere. Dobbiamo solo aspettare lì un secondo, mentre lui va ad occuparsi della cosa…
Capisco subito che si tratta di una palla (ed in effetti così sarà), il classico modo cinese per guadagnare qualche minuto nella speranza che succeda qualcosa e che si riesca ad evitare la figura di merda (per i cinesi è di primaria importanza il non fare figure di merda, o meglio il “non perdere la faccia”, per usare l’espressione ufficiale con cui questa norma sociale viene solitamente descritta). Aspettiamo così una decina di minuti e alla fine, stufi, decidiamo di chiamare. Appena fatta partire la chiamata sento una suoneria squillare e capisco…l’agente non era andato da nessuna parte, aveva fatto il corridoio e si era nascosto dietro l’angolo ad aspettare. Io scoppio a ridere mentre la mia amica si chiede se davvero stesse succedendo tutto questo (beata innocenza!). Già qui sarebbe una storia simpatica, ma non basta!

Mentre l’idiota di agente torna verso di noi, immagino pronto a farsi insultare, e mentre io, infatti, mi preparo ad insultarlo, si apre dietro di me la porta dell’appartamento, distraendomi e rivelando così che il proprietario è sempre stato all’interno mentre noi eravamo lì ad aspettarlo. Inevitabilmente mi chiedo perché non avesse aperto, ma la risposta mi è chiara dopo qualche secondo.
Dalla porta esce una signora, occhi a terra e viso chiaramente molto imbarazzato. Dietro di lei sbuca il padrone di casa, con un sorriso smagliante e l’espressione da maschio trionfatore, reduce da una grande prestazione. Impassibile, ma visibilmente soddisfatto, si sciacqua le mani al volo e ci fa entrare. Io, semplicemente, inizio a ridere e non riesco più a smettere. La mia amica si copre la faccia mezza divertita e mezza imbarazzata. Mi aggiro così per la casa, curandomi solo di cercare in giro tracce del misfatto. Il letto no, ancora coperto dal cellophane e chiaramente intatto. Il divano quindi…e infatti eccola lì, una bella macchia di sudore di schiena (solo una) e segni di mani appoggiate qua e là.
La scena si completa ed impreziosisce con le parole dell’agente: “sedetevi…provate il divano…è nuovo di zecca!”… che genio!

Com’è finita l’avventura?? Che io sono ancora ospite dall’amico Carletto e la mia amica ha deciso che vivrà all’università per sempre 🙂

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La retata

Una delle caratteristiche del vivere in Cina, per un occidentale, è quella per cui lo straniero si sente, quasi sempre, nella condizione di poter fare qualunque cosa. Questa sensazione deriva dalle favorevoli condizioni economiche (dannato Euro a parte, la stragrande maggioranza degli stranieri qui ha stipendi largamente superiori alla media della città e del paese), dalle enormi possibilità che la Cina offre (affari, svaghi, divertimenti…) e, non ultimo, dalla tendenza che i cinesi hanno, nei confronti dell’occidentale, a lasciar fare.

Questa condizione ha degli evidenti lati positivi, tra tutti quello di poter realizzare desideri, anche bizzarri, che uno non potrebbe realizzare in patria. Il lato negativo principale è sicuramente quello che per alcuni diventa difficile tenere i piedi per terra, come forse sarebbe opportuno. Non è raro, infatti, incontrare occidentali con atteggiamenti da padroni del mondo, volgari e maleducati, carichi di disprezzo nei confronti di un paese e un popolo che, invece, rappresentano per loro la più grande delle fortune (un po’ come il veneziano che insulta il turista, tanto per far capire agli amici lagunari).

Pur non appartenendo a quest’ultima, insopportabile, categoria, non posso negare il fatto che anch’io godo, di tanto in tanto, dei vantaggi di cui sopra.

Tutta questa premessa, però, serve più che altro a far capire la sorpresa vissuta qualche settimana fa a Shanghai (cavolo, come sono rimasto indietro con i post…), quando una tranquilla serata in un piccolissimo locale fuori mano (dove ero arrivato per sentire un amico suonare) è stata interrotta dall’intervento della polizia. Si parla di un paese in cui la polizia è molto presente, così come il controllo sulla popolazione, ma di solito queste cose agli occidentali non capitano.

Comunque, ero seduto su un divanetto con dei colleghi, quando sbuca dal piccolo portoncino un poliziotto, dall’aria piuttosto confusa e dall’andatura più simile a quella di un ubriaco che a quella di un fiero appartenente alle forze dell’ordine. Lo “stile” del poliziotto, insieme alla sorpresa per l’evento inatteso, non ha garantito all’intervento particolare efficacia… anzi, nessuno gli ha badato e il suo tentativo di sgomberare il locale è finito nel nulla.

Qualche minuto dopo, quando ormai in molti avevano rimosso l’evento (grazie anche a qualche bevanda di troppo), il paladino della giustizia ha fatto ritorno questa volta aiutato da alcuni colleghi. Ancora una volta la maggior parte dei presenti ha ignorato la cosa… in fondo non poteva essere vero!

E invece era proprio vero… così ci siamo ritrovati fuori dal locale (non tutti per la verità) a discutere della stranezza di quanto era successo, dei modi comunque gentili degli agenti, e di cosa potesse aver provocato un intervento che non aveva precedenti nelle nostre, pur limitate, esperienze di vita cinese.

Alla fine, memore del trattamento riservato nelle carceri cinesi a Jack Bauer, ho pensato fosse meglio andar via ed essere sicuri di evitare problemi, eppure qualcosa, come una vocina, continuava a dirmi che la situazione troppo seria non potesse essere. Mah, forse era qualcosa legato ai potenti mezzi messi in campo dai tutori dell’ordine…

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Ayi ayi ayi…

So che era un’informazione molto attesa e quindi le dedico un post apposito…la mitica ayi del mio ospite Carletto è sempre la stessa!
Una vera emozione rivederla, perfettamente identica a com’era 3 anni fa e ancora pronta a parlarmi in cinese, come se io potessi capire (cosa che, però, stavolta spero succeda nel giro di un paio di mesi…).
Ad onor del vero devo dire che è diventata molto più brava. L’ultima volta che è passata, la casa era davvero in ordine. Aveva lavato, steso e stirato ed era perfino riuscita a dividere le magliette e le camicie senza che l’aiutasse nessuno, quindi senza che io fossi costretto al solito gioco del wode-kaluode (mio-di Carlo) che mi toccava sempre nel 2007.
Quasi quasi appena trovo casa la assumo anche io 🙂

再见

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Il cambi(ament)o

Eccomi qui, di ritorno da una simpatica gita alla muraglia cinese (ma non solo e ne parlerò)…

Mi spiace non aver scritto prima, ma non mi sono ancora sistemato con internet, quindi mi connetto nei bar quando mi capita di trovare wi-fi e tempo sufficiente.. Al momento, infatti, sono all’Irish Bar (nota bene, non PUB…avranno sbagliato a copiare) che ho appena scoperto vicino casa. Comunque sia, ecco il post:

Per il primo post non ho trovato titolo migliore di questo scadente gioco di parole (aggiunta centrale anagrammata?!?!? boh, magari chiamo il Bartezzaghi e chiedo…).

Cambiamento, che come è ovvio sta per il notevole cambiamento nella mia vita…e non serve spiegare.

Cambiamento, che sta anche a descrivere la prima sensazione allo sbarco in città, significativamente trasformata dalla volta precedente. Nuovo il terminal dell’aeroporto, più bello, pulito ed organizzato… Nuovo il trenino che va dal terminal al ritiro bagagli, tanto per suscitare  una prima vaga intuizione sulle distanze che ci sono qui… Nuovo anche il treno per raggiungere il centro, la cui stazione vedevo crescere, un piano alla settimana, dall’ufficio nel palazzo proprio di fronte ad essa… Nuovi o rinnovati anche molti dei palazzi, delle strade e delle infrastrutture che dal treno ho potuto ammirare durante il viaggio…

Tutto questo a dare l’impressione di una città che, nel bene o nel male (ma a me è sembrato decisamente nel bene) ha saputo trasformarsi rapidamente ed efficacemente nel corso di soli tre anni. Traffico sempre caotico, ma non peggiorato e anzi forse leggermente più scorrevole, soprattutto sulle corsie laterali, ancora invase da biciclette, ma ora da molte di quelle elettriche e dai motorini (il benessere!). Una sensazione generale di maggior pulizia e, assolutamente, di modernità, come se l’aspetto riflettesse un salto in avanti di 20 anni o di un’epoca invece che i soli 3 anni che sono trascorsi.

In generale posso solo dire che la città mi è sembrata bella, colorata e viva, perfino profumata grazie ad una giornata di tempo splendido che, così bella almeno, non si è ancora ripetuta. Una immagine così forte e piacevole che mi ha fatto riscoprire in un istante il perché, uno dei perché, questo posto abbia un tale fascino su di me e su molti occidentali: la sensazione costante di miglioramento che qui si percepisce nella gente e nelle cose e che in Italia non si riesce a sentire da troppo, quasi fossimo imbalsamati…

Infine cambio come, ovviamente, il cambio dello Yuan, moneta locale di cui mi entravano in tasca 11 unità con un euro nel 2007 e che, causa il crollo dell’euro stesso, ora si cambia ad 8.3 con un euro… In un’aula dell’università di Padova, un genio della sintesi aveva saputo condensare in queste poche parole il comune sentire riguardo il clima della città: “L’umidità ci sta inculando anche l’anima!”….

ecco, io ora al posto dell’umidità ci metto l’euro 🙁

Alla prossima 🙂

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La censura

Da un bel po’ di tempo volevo scrivere qualcosina sulla censura, dato che in molti mi avevano chiesto informazioni in proposito. Ci avevo anche provato, ma un improvviso blocco del pc mi aveva fatto perdere l’opera.

Oggi è uscito un articolo su punto-informatico.it che parla di censura e di Cina in particolare (qui l’articolo). Ho pensato quindi di commentare l’articolo sul loro sito e di postare il mio commento anche qui, per chi è interessato…

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Io sì…

…che so sfruttare il visto cinese!
Ormai scaduto da un quarto d’ora e devono ancora farci salire sull’aereo.
Nel caso arrivino qui ad arrestarmi, conto su di voi perché assumiate Jack Bauer, il mito del momento (dopo Chuck Norris, ovviamente), perché venga a liberarmi 🙂

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Il rave

Nel ricco panorama di feste che Pechino offre, è sbucata qualche settimana fa una proposta diversa dal solito. Un rave (una festa? boh… non sono nemmeno sicuro di conoscere la differenza) nel punto in cui la grande muraglia inizia/finisce, in riva al mare. Vista la prospettiva di vedere un posto fico, il mare e fare anche festa, mi sono convinto a partecipare e si sa che non è facile convincermi 🙂

Le prospettive sono sembrate buone fin dall’inizio con autobus carichi di gente in partenza da Pechino e una buona compagnia. La festa invece non è stata nulla di speciale, o almeno nulla per cui valesse la pena di fare tanta strada.

Un posto carino, ma nulla più; mare così così e il tratto di muraglia visitabile una ricostruzione cinese delle peggiori, finta e con quel gusto della plastica che piace sempre e diverte i turisti (quelli cinesi almeno).

Mi risparmio il racconto della festa e della giornata successiva perché ripeterei in buona parte il racconto dell’amica con cui ci sono andato, che trovate a questo indirizzo sul suo blog. Aggiungo invece un paio di foto del rave e del posto, compreso l’emozionante momento “alba dei morti viventi”… …

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