Storie

Le olimpiadi

Tenendo fede all’impostazione del blog, vorrei scrivere qualcosa sulle olimpiadi che vada un po’ controcorrente. Tutti crediamo di sapere cosa sono e cosa rappresentano le olimpiadi, perché in fondo tutti almeno una volta siamo stati emozionati dall’impresa di un grande campione, o siamo cresciuti sentendone narrare. Le olimpiadi e la loro storia millenaria (ultra centenaria, se si pensa alla sola versione moderna), le olimpiadi che fermano le guerre (magari…), le olimpiadi e il loro mito.
Nell’ottica con cui sempre ci vengono presentate è veramente difficile intravedere il rovescio della medaglia (espressione quantomai adeguata…), anche se in realtà esiste ed è più nero di quanto si immagini. …

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Si trasloca!

Ebbene sì, dopo solo 4 mesi da quando sono arrivato, e quindi solo 3 di ritardo sul previsto, il dipartimento di ingegneria e scienze ambientali dell’università si è trasferito nel nuovo, avveniristico, edificio.

Di progettazione e realizzazione italiana, nell’ambito di un progetto di cooperazione ambientale, il nuovo edificio è concepito per risparmiare energia (illuminazione e climatizzazione) ed avere minor impatto ambientale… ma questo non ci interessa.

Quello che realmente interessa è: come sono i bagni?
Come era lecito attendersi, i bagni sono migliorati.
Sempre turche (ed è meglio così), vagamente asfissianti, per dimensione ancor prima che per l’odore, ma nuovi…nuovi!
Sono nuovi, e quindi per ora non hanno l’odore di piscio millenario di quelli del vecchio edificio. Sono nuovi, e quindi per ora sembrano puliti. Sono nuovi, e quindi per ora fanno una discreta impressione… PER ORA. Considerato che non li puliranno mai, in breve faranno schifo come quelli di prima…
Da notare però una piacevole innovazione. I bagni sono dotati di carta igienica! Ora manca solo il sapone e poi ci posso perfino andare…

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La Chiap-Parade

Sottotitolo: Culo? 没有 Mei you

La sezione più attesa del sito, la classifica dei culi più belli di Pechino, relegata nell’angolo delle curiosità?? Ci deve essere sotto qualcosa di strano…

Purtroppo è proprio così, ma partiamo dall’inizio:
Conscio delle molte aspettative che gravavano su di me per la realizzazione di questa classifica, che negli ultimi anni mi ha permesso di affinare le mie qualità di fotografo e di farle conoscere ad un pubblico sempre più vasto, ero deciso a prendere l’impegno di questa chiap-parade asiatica molto seriamente.

Attrezzatura fotografica di primissimo ordine, concentrazione massima e un contatto con il National Geographics, pronto a pubblicare il tutto.
Mi ritrovo lì, carico a mille, penso: “vado”, prendo e vado, esco, mi guardo intorno e…NIENTE!
Giro, mi rigiro, cambio zona… NIENTE!
Pulisco gli occhiali, mi rilasso, sono spaesato, riprendo a cercare… NIENTE!
Non c’è traccia di culi in giro, chiedo informazioni e, per tutta risposta: Culo? 没有 Mei you (non c’è)…

Ebbene sì, le cinesi non hanno il culo!

Evolutesi evidentemente in una nicchia ecologica, perché credo proprio che anche Darwin converrebbe con me che è molto molto più facile riprodursi per gli esemplari con un bel culo, le cinesi presentano solo una piatta prosecuzione della schiena, giusto per non far sembrare le gambe come appese al nulla.
Per chi non mi credesse, beh, venga pure a controllare 🙂

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La Casa

Più di qualcuno mi ha giustamente chiesto, in questi due mesi, dove cavolo sto abitando; questione di non poco conto quando ci si trasferisce dall’altra parte del mondo…

All’arrivo a Pechino ho potuto, per fortuna, contare sull’appoggio di un caro amico, che mi ha sistemato in casa sua per i primi giorni e si è premurato di trovarmi una sistemazione anche per quelli successivi (dal santo, poeta e navigatore Carlo, quello dei botti del Chun Jie) quando a lui serviva la stanza. …

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Il Chun Jie 春节 – Parte Seconda

Visto che la fine di questo lungo periodo di feste cinesi è stata solo due giorni fa, sono ancora in tempo per raccontare qualche altro dettaglio sulla gita in montagna, e non solo (vedi episodio precedente)…
Lo spunto a postare questa aggiunta al racconto precedente è duplice; da una parte il fatto che Carlo, il santo (ma anche poeta e navigatore, come spero di spiegare presto) che mi ospita a Pechino, si è offeso perché non ho parlato dei suo botti e dall’altra la volontà di proseguire con i racconti sui bagni cinesi, dopo aver parlato di quelli dell’università. …

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La festa di carnevale

Può, in un grande paese come la Cina, mancare il carnevale???
Certo che no, specie se ci sono un sacco di bravi italiani pronti ad organizzarlo… ed ecco che la locale camera di commercio si prodiga per regalare agli italiani (e non solo) a Pechino una fantastica occasione di divertimento.

Una bellissima idea, che mi ha permesso di realizzare uno dei miei sogni più segreti, quello di far parte di una squadra femminile di calcetto. Ecco, quindi, che con un po’ di amici abbiamo preparato il tutto, ci siamo presentati, belle da morire alla festa e abbiamo tenuto banco, ballando il can-can e rubando la scena alla danzatrice del ventre (che, peraltro, non sembrava apprezzarlo molto). …

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Il Nome Cinese

Crepate d’invidia, voi sfigati che vi dovete accontentare del vostro banale nome occidentale. Io ora ne ho anche uno cinese, impostomi dall’università che, altrimenti, non mi poteva registrare (ma dimmi tu…). Se uno ci capisce qualcosa di cinese, credo che il nome se lo possa scegliere, almeno in parte, ma poiché io il cinese ancora non lo parlo (ribadisco, ancora), ho visto sfumare il mio piano di farmi chiamare con la traduzione cinese di “uomo dall’uccello maestoso”, che pensavo avrebbe giovato alla mia vita sociale. Nel mio caso, quindi, ha fatto tutto la segretaria dell’università, in modo piuttosto semplice: ha cercato di replicare i suoni del nome occidentale con sillabe della lingua cinese, facendo in modo che le sillabe scelte avessero un qualche bel significato. Il mio nome cinese, quindi, è:

英歌

Che si legge circa ying ge, con una specie di suono arrotato finale. Il modo migliore per leggerlo correttamente è quello di impostare una voce nasale e cercare di imitare il protagonista spastico (ed ecco la politically correctness del blog che va a farsi benedire) delle barzellette come si faceva da bambini. Il significato del nome è, a quanto mi è stato detto, “bella canzone”, ma una approfondita ricerca sui dizionari a mia disposizione ha dato come risultato “canzone inglese”. È probabile che le mirabili performance degli East17 qui in Cina non siano mai arrivate, altrimenti dubito che le parole “bella” e “inglese”, riferite a una canzone, sarebbero ancora scrivibili con lo stesso carattere.

再见 (zàijiàn = arrivederci)

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Episode 4 – me la tiro come Lucas e inizio dal 4 :-)

L’arrivo è stato un po’ traumatico, già all’aeroporto si percepisce quanto possa essere difficile comunicare con gli indigeni, tanto che non sono stato in grado di trovare gli uffici della Lufthansa nemmeno chiedendo informazioni a chi era in grado di parlare in inglese (NB: l’inglese lo parlano ben pochi e l’inglese che parlano fa mediamente pena, difficile da capire e altrettanto difficile far capire a loro). Comunque, bene o male, ne sono uscito; sono riuscito facilmente a prendere un taxi e ad arrivare dove dovevo, ho lasciato i bagagli e sono uscito ad esplorare… …

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