Welcome To The Jungle – Quiz

Tra le varie follie che incontro, ecco qui una lista delle cose di cui farei volentieri a meno lungo le strade. Il titolo del post e ogni categoria sono presi da una canzone diversa e qui scatta il quiz, vince chi scrive nei commenti tutti i cantanti per primo e senza cercare in rete 🙂

Englishman in New York (in Beijing)
Non ho ancora capito se sia la voglia di ostentare una certa eleganza british (senza l’eleganza però) o il tentativo di replicare nella propria città sensazioni di viaggi in terre lontane…. Soprattutto non capisco come gli appartenenti a questa categoria possano essere ancora vivi.
Fatto sta che per loro, prima di attraversare la strada, si guarda soltanto a destra!

Kiss the rain
In una città come Pechino, che soffre una cronica mancanza d’acqua, si sa che la pioggia arriva benedetta, pulisce l’aria e le strade ed elimina un po’ della polvere con cui tutti conviviamo. In mancanza di pioggia (in realtà gliel’ho visto fare anche durante un temporale), l’amministrazione provvede a lavare frequentemente le strade ed è una gran cosa. Mi chiedo però, perché quando passo che stanno pulendo la strada, metà dell’acqua me la spruzzano in faccia???

Se telefonando
Le persone che usano il cellulare alla guida sono un bel pericolo anche in Italia. L’aggiunta qui è che molti usano il cellulare per telefonare e mandare messaggi anche mentre guidano la bici o il motorino in mezzo al caos…e non vi dico che sicurezza guidare distratti, con gli occhi sullo schermo e con una mano sola.

Rosso relativo
Il rosso non esiste. Non importa cosa dica il semaforo, nemmeno se le auto della strada incrociante stanno passando perché per loro è verde, si passa sempre e comunque… Non vale nemmeno la pena di considerarli una categoria, questa è la norma e io mi sono adeguato in toto…

Ga el suv
Il dannato suv ha fatto, purtroppo, la sua comparsa anche qui. Capisco benissimo la comodità di rimanere bloccati nel traffico in un auto grande come il mio appartamento. Capisco meno la voglia di girare in un traffico caotico, con distanze tra i mezzi (e le persone) praticamente nulle, al volante di un auto gigantesca. Non capisco affatto il desiderio di parcheggiare in giro una macchina così, vista la carenza di spazi e la scarsa abilità alla guida (buona parte dei cinesi guida da pochissimo, effetto collaterale dello sviluppo economico ultra-rapido, e non è difficile procurarsi una patente senza affrontare nessun esame…pagando). Immagino che la forza dello status symbol superi di gran lunga ogni considerazione logica.
Nel traffico sono comunque tra i più fastidiosi. Aggressivi, nervosi e sempre attaccati al clacson…donne comprese.

Odio
Non trovo un’altra spiegazione oltre all’odio. Eppure sono quasi sicuro che non gli abbia fatto nulla, anzi… Lo vedo e mi pare così bello, impaziente di accogliere tutti, rispettoso anche dei più sfortunati. E invece niente, i cinesi non vogliono averci a che fare e lo evitano come la peste.
Ebbene sì, i cinesi odiano il marciapiede. Ampio, curato, abbellito da siepi o alberelli, attrezzato per disabili e non vedenti…e mestamente deserto (o tuttalpiù usato come parcheggio). Tutti a camminare al suo fianco, in mezzo alla strada o alla ciclabile e soprattutto in mezzo alle balle!

Venite a farvi un giro anche voi?

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Be water

Ogni giorno, nei miei due lunghi tragitti da casa al lavoro e ritorno, sono costretto ad affrontare l’orrore del traffico pechinese.
La strada che faccio non è delle peggiori, da questo punto di vista, perché la situazione è quasi sempre scorrevole, ma non mi esime dall’incontrare sul mio percorso tutte le follie che caratterizzano questa popolazione sulla strada e che io, inutile negarlo, ho in parte fatto mie.

Seguo la metafora ideata da un amico per descrivere la situazione “liquida” del traffico pechinese, così:
“Be water, my friend” (sii acqua, amico mio), diceva Bruce Lee per invitare le persone a non rimanere bloccate, ad adattarsi e ad evolversi. Il traffico qui ha imparato la lezione troppo bene e così gli incroci sembrano due fiumi che si incontrano, con i flussi da entrambe le direzioni che si fondono e si intrecciano senza una regola prevedibile e con macchine, biciclette e pedoni che, letteralmente, si sfiorano.

Unica regola, non aspettarsi che gli altri seguano le regole. Anche se è rosso, qualcuno passerà. Anche se non si può girare, qualcuno lo farà. Anche se è una pista ciclabile, un camion potrebbe affrontarla contromano (sembra un’esagerazione, ma è tratto da una storia vera…).
In Italia, dove alla guida siamo ben più animali di così, ci sarebbero milioni di morti ogni giorno. Qui invece gli incidenti non sono così tanti come ci si potrebbe immaginare guardando le strade perché, per fortuna, la velocità media è molto bassa. Non mi è mai capitato di vedere un incidente serio (ad altri amici sì però…forse sono fortunato io), ma solo “appoggi” o “toccatine” tra due mezzi, perlopiù senza conseguenze.

La strada rimane comunque in balia di una ampia gamma di comportamenti a dir poco sconsiderati…buoni per il prossimo post.
Ciao 🙂

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Alla faccia della miseria

L’economia cinese, si sa, cresce a ritmi ben più che sostenuti da diversi anni. Le grandi città come Pechino (Shanghai, Shenzhen…) sono quelle che beneficiano più rapidamente di questa crescita e Pechino è ormai una città in cui il benessere è, al di là delle ovvie (forti) disuguaglianze, abbastanza diffuso.

Insieme al benessere, cresce la richiesta di beni non essenziali (a dir poco). Tra questi una certa tavoletta, molto popolare anche nel resto del mondo (non faccio nomi per non fare pubblicità di alcun genere)…
Venerdì scorso, a Pechino, nell’enorme negozio pechinese di questa catena, hanno iniziato a vendere la nuova versione della tavoletta.
Come ad ogni ultimo lancio di prodotti da parte di questa casa, l’attesa era frenetica al limite della follia e in qualche caso anche oltre.
Io sono passato di là per caso alcune ore dopo il momento di massima ressa e comunque questo è quello che mi sono trovato davanti:

Ma la situazione qualche ora prima e il giorno successivo (sabato) era molto peggio…

L’ultima foto è presa da qui, dove ne potete vedere anche altre.

A onor del vero bisogna dire che parte delle persone in coda era lì per fare bagarinaggio, comprando 10/15 pezzi alla volta per rivenderli a 20 euro in più. Uno dei bagarini, sabato, pare abbia cercato di sopravanzare la fila (e sapete bene che ormai non si fa più, vedi qui) generando una piccola rissa sedata dagli agenti di sicurezza. Per riportare la situazione sotto controllo gli agenti hanno deciso di chiudere temporaneamente le porte del negozio, facendo impazzire la gente in coda che ha poi distrutto la porta a vetri a spintoni…
Risultato, negozio chiuso per qualche ora 🙂 (i dettagli qui)
Giuro che avrei pagato un bagarino pur di avere il biglietto per assistere alla scena!!

Ciao

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Un’amena strada di campagna…

…magari lungo un lago e con un filare di alberi a fare un po’ d’ombra e a rinfrescare l’aria. Già, vorrei che fosse così la strada che faccio ogni giorno per andare in ufficio, ma purtroppo non è. Passo invece da uno stradone grande a uno ancora più grande…

Buona parte del percorso è infatti lungo il quarto anello (vedi qui), un mostro a 14 (sì, quattordici) corsie, che di campagna non ha davvero nulla…
C’è di buono che la strada è ben organizzata, 8 corsie a scorrimento veloce in centro, due e due ai lati per poter entrare e uscire agli incroci, più altre due più piccole agli estremi (una per lato) per le biciclette e gli scooter. Così mi risparmio qualche semaforo e qualche attraversamento, che non è male.

La strada scorrevole, inoltre, mi ha permesso di toccare nuovi esaltanti picchi di velocità. Punta massima: 37.8 km/h!! (Bolt lanciato mi potrebbe superare agevolmente…)

Qui in foto l’anello:

Qui la testimonianza chiara che la campagna deve rimanere fuori 🙂

Ciao

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Onore al merito…

Il merito di essersi guadagnato il ruolo principale nel racconto sul matrimonio, nonché quello di nuova icona dello stile a livello mondiale.
Sto parlando ovviamente del famoso completo ciclamino con inserti in oro…qui per deliziare i vostri occhi 🙂

Mi sembra doveroso, comunque, riconoscere parte del merito all’indossatore, capace di valorizzare al massimo le qualità del capo.

Ciao 🙂

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Il matrimonio – seconda parte

Il ristorante, addobbato per l’occasione come la casa di Barbie principessa delle rose, ha già predisposto lo spazio per il prosieguo della cerimonia, officiata per l’occasione da una specie di presentatore professionista locale, vestito di uno splendido completo color ciclamino con inserti dorati, e parecchio effemminato.

La cerimonia che si svolge al ristorante non ha nulla di ufficiale. La coppia è anzi già sposata da qualche giorno in comune. Però è parte integrante della tradizione.
Il presentatore guida, con una certa maestria e forse con troppa invadenza, la coppia attraverso i vari passaggi del rituale, che prevede alcuni momenti solo per la coppia (l’accensione delle candele, il vino da versare e poi bere insieme…) e alcuni che coinvolgono le rispettive famiglie, che fanno una piccola dichiarazione e a cui gli sposi devono chiedere il permesso per le nozze.
Timida ma molto presente la famiglia della sposa, simpaticissima e del tutto spaesata (non capendo neanche una parola) quella dello sposo.

Finita la cerimonia, alcuni degli amici hanno cantato una canzone in omaggio alla coppia, preceduti dalla straordinaria performance del presentatore, perfettamente a suo agio anche nei panni di rock-star.

A questo punto gli invitati iniziano a mangiare e la coppia, senza nemmeno avvicinarsi al cibo, inizia il suo tour tra i tavoli per brindare con tutti i presenti. Bevanda ufficiale, il temutissimo 白酒 (baijiu, letteralmente alcool bianco), tipico liquore cinese…
Per chi non lo avesse mai provato, il baijiu è un liquore bianco prodotto dalla distillazione di riso, grano o sorgo (a seconda dei tipi e delle zone). La gradazione alcolica è altissima (40-60%) e il sapore disgustoso!
Sembra del normale alcool bianco disinfettante invecchiato trent’anni, come il whisky delle migliori marche…solo che invecchiato in una tanica di benzina mezza piena.
Io me li immagino i produttori di baijiu che aspettano trent’anni, ma invece di tirare tappi in un barile come quei fessi dello spot del whisky, mandano avanti una redditizia pompa di benzina e correggono il liquore con gli avanzi di tanica.
Non bastassero il sapore e la gradazione alcolica, il baijiu si consuma rigorosamente in piccoli bicchierini che vanno svuotati in un unico sorso (干杯-ganbei, il brindisi cinese, significa letteralmente “secca il bicchiere”), portando rapidamente ad uno stato di totale incoscienza. Solo le risorse energetiche extra di cui una coppia dispone, complice la tensione, il giorno delle nozze, permette allo sposo di sopravvivere, mentre la sposa in genere alterna baijiu e acqua (negli stessi bicchierini) per non soccombere.

In quanto stranieri, anche io e gli altri amici non ci siamo potuti esentare dai molti giri di baijiu che gli altri ospiti ci hanno convinto a fare, per manifestarci la loro ospitalità…che fortuna!

Un’aspetto, infine, mi ha veramente colpito assistendo a questo matrimonio: il fatto che, nonostante le enormi distanze, fisiche e culturali, tra Italia e Cina, ci sia una cosa curiosamente identica:
In entrambe le nazioni, la cerimonia viene officiata da un buffo individuo vestito color ciclamino con inserti d’oro, che obbliga la coppia a seguire oscuri rituali e poi si mette a cantare a metà della cerimonia…
Mistero!!

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Il matrimonio – prima parte

Durante la vacanza per l’ultimo capodanno cinese, ho avuto la fortuna di partecipare al matrimonio di una coppia di amici, italiano lui e cinese lei.

Ero già stato a due matrimoni in Cina. La prima volta si trattava di una coppia di italiani; la seconda volta di una coppia di cinesi, ma si trattava di conoscenti e quindi ho partecipato solo al pranzo (che include in effetti una parte di cerimonia), senza poter vedere tutto quello che succede prima ed è parte integrante della tradizione.
Questa volta invece, come amico dello sposo, ho preso parte all’evento fin dalla prima mattina…ed eccone un resoconto.

Lo sposo e la sposa in teoria non si dovrebbero vedere nei giorni che precedono il matrimonio. Il giorno delle nozze, al mattino, lo sposo si trova con alcuni amici e parte in missione per andare a prendere la sposa… Per poter prendere la sposa, però, deve convincere la famiglia e gli amici di lei a lasciarla andare.
Il primo intoppo è sulla porta di casa, che la famiglia si rifiuta di aprire. Lo sposo deve così fingere di voler abbattere la porta (battendo e urlando) salvo poi ripiegare sul pagare la famiglia perché apra, passandogli sotto la porta le tradizionali “hong bao”, buste rosse contenenti soldi (che si usano anche per regalare soldi agli sposi stessi o per regalare soldi in altre occasioni, tipo a natale ai bambini…). Gli amici aiutano lo sposo battendo sulla porta e trasportando alcuni doni rituali per la famiglia (frutta, dolci, alcool, sigarette…).

Una volta “abbattuta” la prima porta, ci si dirige verso la stanza della sposa, chiusa a sua volta, dove bisogna ripetere la procedura per convincere gli amici di lei a concederci di entrare.
Superato anche questo ostacolo, ecco la sposa, pronta nell’abito per la cerimonia, ma senza scarpe… Le scarpe sono nascoste da qualche parte nella stanza e tocca allo sposo con i suoi amici di trovarle. Non serve nemmeno che vi dica che, in caso di fallimento, una bella bustarella può accelerare le cose e noi, da bravi italiani, abbiamo mostrato di saper apprendere questo metodo con sorprendente rapidità….

Trovate le scarpe, la coppia si riunisce con la famiglia per una specie di aperitivo tradizionale (non ho ben capito cosa stava succedendo…) e poi ci si avvia, tutti insieme, verso il ristorante.

Continua…

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La casa

Come molti già sanno, subito prima di partire per l’Italia ero riuscito nell’ardua impresa di trovare casa. La decisione finale era stata presa più per stanchezza e disperazione che per reale convinzione, ma l’appartamento trovato, in fondo, non è male…

Una combinazione sfortunata di eventi, però, aveva fatto sì che non lo potessi davvero sistemare prima della partenza per l’Italia e così mi sono ritrovato tutto da fare al ritorno (e non posso dire di aver davvero finito…).
Nonostante fossi stato preceduto da stranieri (in genere più attenti all’igiene dei cinesi) e dal passaggio di un’ayi offerta dal padrone di casa (o forse proprio per quello…), la casa era un discreto cesso. Non troppo a prima vista, ma le secchiate di acqua nera dopo aver pulito solo una piccola stanza erano un’indicazione abbastanza evidente di quanto servisse fare vera pulizia.

Oltre alla pulizia (come se non bastasse), l’altro tragico impegno è stato il rifornire la casa di stoviglie, biancheria, un paio di sedie e qualche altra cavolata. Forniture unico, neanche a dirlo, l’Ikella (nome italiano corretto…non la versione in dialetto veneto che viene usata di solito). Non c’è niente di meglio che un bel sabato pomeriggio in un negozio così, insieme a una buona metà della popolazione di Pechino (che non è la popolazione di Calalzo…), a vagare come zombie tra ogni genere di articolo per la casa, cercando di trovare al più presto la zona coltelli per avere poi sempre a portata di mano la possibilità di mettere fine alla tortura, nel caso di un improvviso, probabilissimo, cedimento psicologico.

Superata l’ardua prova, comunque, l’appartamento ha iniziato ad assumere sembianze di vera casa, impreziosita dal monocolore azzurrino spento dei nuovi acquisti (tutti in tinta, dalle stoviglie al copridivano, dagli asciugamani alle sedie…una delizia)…

Mi manca ancora qualche sistemazione e l’installazione di internet…poi, dopo tanta fatica, spero di iniziare a godermela!

A presto per le foto,
Igor 🙂

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Rieccomi in Oriente…

Dopo la (troppo) breve vacanza in Italia, rieccomi a Pechino.
Mi hanno accolto cielo azzurro e temperature primaverili che mi hanno permesso di sfoggiare nuovamente il mio potentissimo motorino elettrico… Un vero piacere, sia perché è molto meglio che essere chiusi in taxi e sia perché si risparmia un bel po’ e si è molto più liberi.

La strada per andare al lavoro è un po’ più lunga di prima, ma per ora la batteria fa il suo dovere.
Lungo il percorso inoltre, devo affrontare alcuni impervi saliscendi (tristissimi cavalcavia in realtà, che fa molto meno figo…) che mi permetteranno a breve di fissare, sfruttando la discesa, nuovi straordinari record di velocità.
Il finora imbattuto 36.4 km/h ha i giorni contati!

A presto per le altre novità 🙂

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